V-Day

Ora che gli animi si sono un po' calmati, è giusto parlare del V-Day.

Non è stata una bella manifestazione. Anzi, era gretta nei modi e populista nei termini, come molte cose che fa Grillo, pronto a cavalcare qualsiasi battaglia e qualsiasi problematica gli venga proposta senza essersi prima assicurato che il problema sia reale. Dal signoraggio agli inceneritori, dalle scie chimiche alla TAV, si getta lancia in resta sparando le sue battute come fossero verità dimostrabili e dimostrate.

Anche sul caso specifico, sulle proposte di legge fatte, c'è poi da ridire. Sull'argomento (come su molte cose) trovo condivisibili alcune cose scritte da Daniele Luttazzi: sono leggi quantomeno opinabili. Non si può ammettere che l'uomo non possa cambiare, negare una seconda possibilità a qualcuno perchè magari a vent'anni aveva fatto una stupidaggine. O chi si macchia di reati per protestare. O, come Grillo stesso, per guida pericolosa. In alcuni casi non c'è correlazione tra il reato e la possibilità che il candidato sia un buon politico. In molti sì, ma una legge? Non dovrebbe bastare il buon senso degli elettori? Stesso discorso per le due candidature. Non dovrebbe essere necessaria una legge, molti partiti già lo fanno e nei singoli casi dovrebbe bastare il giudizio degli elettori.

Nonostante questo io ho firmato. A volte anche leggi ingiuste servono. Servono per rompere situazioni troppo statiche e inattaccabili. Se nel paese non ci fosse il monopolio partitico dell'informazione e l'attuale legge elettorale che blocca la scelta dei candidati, probabilmente non ce ne sarebbe bisogno; ma in un paese in cui il potere decisionale dell'elettore sovrano è castrato e le segreterie di partito possono mettere in parlamento chi preferiscono senza timore di scandali, allora ben vengano leggi ingiuste. Faccio l'esempio delle quote rosa. Sono ingiuste e anticostituzionali, ma servono nel momento specifico per permettere di rompere l'attuale egemonia maschile alla testa dei partiti.

La vera notizia comunque non è stata il V-Day. Non sono state le trecentomila persone che hanno firmato. Il fatto è che per queste trecentomila persone, manifestazione di una realtà arrabbiata e di un disagio contro il mondo della politica, il V-Day (che poteva essere una valvola di sfogo) è diventata un'ulteriore causa di risentimento. Perchè i politici non hanno commentato, non hanno ascoltato. Hanno attaccato nel modo più violento, cioè oscurando del tutto la manifestazione.

Quando ci fù il Family Day, manifestazione a cui andarono circa cinquecentomila persone, non si parlò d'altro per il mese prima e per il mese dopo. La parallela manifestazione sul "coraggio laico", a cui non andarono neppure diecimila persone, ebbe poco meno seguito giornalistico. Il V-Day è stato cancellato completamente. Prima della manifestazione il vuoto assoluto. Nessuno doveva sapere (e non voglio sbilanciarmi sui numeri possibili di presenti nel caso in cui la notizia fosse andata ai telegiornali). Ma è stato il 9 settembre che la manipolazione dell'informazione è stata più eclatante. Dei primi 16 titoli che escono su Google News, 9 sono sul commento di Casini: "Una vergogna l'attacco a Biagi". Nessun giornalista che scrive "Chissà dove Casini abbia visto (senza essere lì) un attacco a Biagi (o un discorso su Biagi) che non c'è mai stato". Nessuno che gli fa comunque notare che un'eventuale discussione sulla legge intitolata a Biagi (che comunque non c'e' stata) non è un attacco all'uomo Biagi ma alla legge che porta il suo nome, e che è stata scritta dopo la sua morte e a lui intitolata proprio per raccogliere compassione e distogliere le critiche alla legge.

A tutt'oggi non ho letto nessun commento di un editorialista (nota 1) alle leggi proposte, nè positivo nè negativo. Ho letto solo, spacciata per notizia, la solita trafila di commenti dei vari politici. Perchè mi dovrebbe interessare quello che Bertinotti pensa del V-Day? Se lo voglio sapere mi vado a vedere il sito di Bertinotti. O vado ad una sua conferenza. O guardo una pagina di tribuna politica, che potrebbe essere ad esempio posta subito dopo la notizia vera e propria. Ci sono gli spazi adatti per conoscere le opinioni dei politici, ma l'informazione è un'altra cosa, e dovrebbe essere slegata dai commenti dei politici. Portare numeri e fatti. Ad esempio citare che in effetti all'interno del parlamento italiano c'è il maggior numero di parlamentari pregiudicati del mondo occidentale. Spiegarci in quali paesi della zona Euro il limite a due candidature è già stato sperimentato e con quali risultati. Quali sono i problemi tecnici delle elezioni dirette del candidato. Informazione insomma.

Devo dire che, nel caso specifico del V-Day, evento che ho visto sia dal vivo sia sugli schermi televisivi, mi sono finalmente reso conto della gravità della situazione dell'informazione Italiana. Le ONG di verifica internazionale ci hanno considerato dal 2004 al 2006 una nazione a libertà di informazione parziale, unica nazione occidentale, per via del noto conflitto di interessi. Nel 2007 ci hanno riammesso tra i paesi in cui c'è libertà di informazione, ma solo perchè ora la cosa è meno palese. Se si facesse leggere ai ragazzi di Freedom House quest'articolo, che noi leggiamo senza meraviglia, su come la dirigenza Rai viene decisa non penso che manterrebbero il loro giudizio.

1: In questo clima apprezzo Scalfari, bistrattato dai Grillini vari ed eventuali, che ha scritto un editoriale sull'argomento. Un editoriale contro, ma ne parla, si espone. Non apprezzo il suo degradare il movimento nella sua storia prima di parlare sulle idee: è un modo di esporre il proprio pensiero fazioso in quanto si basa su fatti non correlati per dare al lettore una impostazione mentale negativa quando si leggeranno poi i fatti e le idee del movimento. Ma almeno discute e non tenta di affossare nel nulla la cosa. Certo, poteva scrivere un articolo su Repubblica anche prima dell'evento, invece di rispondere alla chiamata al silenzio...