Wi-Fi e inquinamento elettromagnetico

Ebbene sì, non ho rispettato i miei impegni per questo Blog. Sigh. Avevo detto: parlerò di politica, società e storia d'Italia. Poi ho invece derivato sull'Energia: dopotutto è un tema collegato. Ora con questo post il blog continua la leggera deriva scientifico-ambientalista. Vabbè, vedrò di rientrare nei ranghi al più presto, non che di politica e società non ci sia da parlare in questo momento!

Comunque, quello che mi ha smosso dal mio torpore e mi ha costretto nuovamente a scrivere è stata questa notizia, l'ultima di una lunga serie sull'argomento. Francia, Inghilterra. Anche in Italia i gruppi Verdi non hanno ovviamente fatto mancare le interrogazioni parlamentari al fine di regolare il Wi-Fi.

Nelle discussioni sull'argomento si nota da più parti un dualismo scienza-ambiente, come se fossero cose da conciliare. Come si può parlare di ambiente senza usare il linguaggio della scienza? Ovviamente la difesa dell'ambiente non richiede solo basi scientifiche e non viene fatta solo da scienziati. Ci sono anche responsabilità politiche, ad esempio nelle scelte da fare e nelle priorità da dare ai vari problemi. E ovviamente responsabilità sociali nell'attuare determinati cambiamenti nel proprio stile di vita.

Fa parte delle scelte politiche ad esempio sino a che punto applicare il Principio di Prudenza che regola tutte queste discussioni: gli studi non trovano correlazioni tra Radiazioni Elettro Magnetiche (R.E.M.) non ionizzanti e tumori. Questo non ci garantisce non facciano male, noi per prudenza non ci fidiamo e per questo valutiamo il problema secondo un Principio genericamente razionale: meno radiazioni prendiamo meglio è. Giusto (più o meno). Visto che però non si può fare a meno dell'elettricità, come scegliere il livello di "soglia" per le radiazioni consentite?

Il metodo usato dalla legislazione di quasi tutto il mondo per quantificare le radiazioni sono i V/m, che è una misura del campo elettrico (o equivalentemente i microTesla, che misurano il campo magnetico). La legge sull'elettrosmog Italiana (molto restrittiva rispetto alla media Europea) dice che non ci possono sottoporre a campi maggiori ai 6 V/m.

L'onda però, come i cerchi fatti da un sasso in uno stagno, tende a svanire con la distanza. E qui sta il primo problema. Se devo costruire un'emettitore, tale limite è chiaro: devo metterlo in un posto tale che non ci siano persone nel raggio in cui la potenza delle onde emesse è superiore a 6V/m. Ma se devo costruire un elettrodomestico, come faccio a sapere a che distanza si metterà la persona da quell'elettrodomestico? E difatti non lo so. Il motivo per cui nelle istruzioni dei cellulari c'è scritto: "si consiglia di telefonare con il cellulare posto a 1 metro di distanza" è perchè per quella distanza siamo ampiamente sotto la soglia di legge (intorno a 1 V/m), ma non è vero per tutte le distanze.

Ribadisco, per non sembrare catastrofista. Il limite di legge è molto rigoroso. Anche con il cellulare attaccato alle orecchie e un campo elettrico nel cervello risultante di 60 V/m, siamo ampiamente al di sotto di tutti gli studi scientifici sull'argomento, che per ora non hanno trovato nessuna correlazione tra tumori e sino a valori centinaia di volte superiori a quelli di legge.

Arriviamo finalmente al Wi-Fi. Il campo elettrico prodotto da una base Wi-Fi è, a parità di distanza, circa un decimo di quello prodotto da un cellulare. Non solo. Tipicamente la distanza a cui ci mettiamo da questo è decisamente inferiore: mentre il cellulare lo abbiamo all'orecchio, difficilmente siamo a meno di un metro dalla base Wi-Fi.

E qui si vede il vero succo del discorso. Esistono tecnologie, come il Wi-Max, che permetterebbero di sostituire con apparecchiature simili al Wi-Fi anche i telefonini cellulari, risparmiandoci radiazioni (che comunque probabilmente non fanno male). Oltre alla possibilità di usare un'unica emissione per tutte le informazioni (TV, comunicazione, internet) , eliminando il far west attualmente vigente. Perché un gruppo parlamentare Italiano deve andare a chiedere al proprio governo di stare attenti al Wi-Fi, causando una tipica ondata di panico che causa danni sicuri invece di agire in modo scientifico e tentare di favorire reti a bassa emissione?

E così mi riallaccio all'articolo che aveva dato origine al post: l'effetto nocebo, il contrario del placebo, causa danni dimostrati. Oltre ai bibliotecari di cui sopra, tempo fa ci fù il caso ben più grave della signora Debbie Bird, inglese, che si reputava "allergica" ai campi elettromagnetici, tanto da non poter vivere in città. E non è la sola, sempre più persone si reputano elettrosensibili, fondano organizzazioni. Fortunatamente sono stati da tempo dimostrati effetti psicosomatici con semplici test (ad esempio mettendo un apparecchio spento ma "apparentemente acceso" nelle vicinanze del soggetto si hanno gli stessi sintomi), ma i sintomi non sono meno gravi e nonostante i test il numero di persone "colpite" aumenta. Debbie Bird si riempiva di macchie rosse e dolorose quando pensava di essere posta vicino ad un campo elettromagnetico. Non sarebbe il caso che almeno i politici ci stiano attenti prima di diffondere il panico, pensando in modo scientifico (e non in termini di voti guadagnati sulla paura) alla nostra salute psicofisica?

Un ultimo appunto, e finisco davvero. Ho prima detto: "Giusto applicare il Principio di Prudenza". In realtà, è vero solo in parte. Sarei daccordo al 100% se non ci fossero ancora studi sufficienti sul fenomeno. Se fossero questioni poco note. In realtà attualmente sulla faccenda i dati sono molto chiari, anche a intensità migliaia di volte quelle vietate per legge non ci sono effetti di sorta. La IARC classifica le R.E.M. al terzo livello (su quattro) tra le possibili cause di cancro, che è essenzialmente il più basso. Per capirsi, dei circa mille possibili agenti considerati ne è stato messo solo uno (il caprolattame, un composto chimico) nel quarto e ultimo livello. Se le R.E.M. avessero qualche influenza sui tumori, stiamo parlando di numeri tra un caso ogni due anni e due casi all'anno in Italia.

Il Principio di Prudenza deve man mano scemare con l'aumento della sicurezza scientifica, altrimenti diventa un Principio della Paura Irrazionale. Ci sono proposte di legge dei Verdi (da questo Blog sembrerebbe che io abbia un odio mortale nei loro confronti, vi assicuro che non sono la forza politica che mi sta più antipatica) per diminuire il limite di un fattore 300, sino a 0.02 V/m. Per fare quest'adattamento, solo per i tralicci elettrici, sarebbero richiesti investimenti di circa 100 miliardi di Euro. Quante vite si potrebbero salvare sicuramente con 100 miliardi di Euro, invece delle "massimo due" delle R.E.M.? Perchè non spendere una minima parte di quei soldi in ricerca sulle energie alternative (che quest'anno ha subito ulteriori tagli) o per potenziare la nostra rete di trasporto pubblico, considerando che invece l'inquinamento atmosferico è sicuramente e dimostratamente cancerogeno?

Solari e Nucleari

Solitamente qui non parlo di partiti ma di idee, ma questa volta non posso evitarlo. All'interno del centro-sinistra, così come nel centro destra, ci sono molti personaggi e partiti che mi stanno antipatici. Pecoraro Scanio è uno di quelli che rientrano tra gli antipatici. E non (importantissimo) perchè io non sia ambientalista, anzi, metto sicuramente il problema ambientale tra i primissimi del nostro pianeta e dell'Italia in particolare.

Il motivo principale dell'antipatia è che i Verdi in Italia sono un partito (e non sono il solo) senza una vera linea programmatica. Essenzialmente sono populisti, nel senso proprio (negativo) del termine: spingono tutte le battaglie che qualcuno porta avanti, considerando solo il consenso invece del bene del paese.

Certo, il concetto di bene del paese è complesso e difficilmente definibile. Ma quello che traspare leggendo i loro interventi è che c'è un solo modo per credere che siano in buona fede: credere che siano ignoranti in materia. Non vedo come attualmente si potrebbe altrimenti credere che il solare abbia vinto sul nucleare nel referendum di 20 anni fa. Questo è un grafico (fonte Wikipedia, da dati GSE) delle fonti rinnovabili dal 1990 al 2005.


Si sono dimenticati il solare? No, non l'hanno dimenticato. Non rappresenta una fetta sufficiente per essere mostrato nel grafico. Per la cronaca, rappresenta circa l'1,5% dell'eolico (la banda rossa). Il nucleare è stato sostituito essenzialmente da nucleare importato dalla Francia, o da combustibili fossili.

Questo è il "proclama" dei Verdi per "spingere" la manifestazione di oggi, sul perchè usare l'energia solare:

L'energia solare è abbondante: ogni giorno la Terra riceve dal Sole una quantità di energia 30 volte superiore a quella consumata da tutta la popolazione mondiale in un intero anno.

A essere buoni questa è un'informazione parziale (e faziosa), a essere onesti è assimilabile a disinformazione. E' come dire: in una pietra da 10kg ci sono 900 milioni di GigaJoule d'energia. Bella frase, e anche vera, ma che vuol dire? Come la tiriamo fuori dalla pietra?
La famosa fusione fredda, chimera della fisica, non è che non si riesca a fare o non produca energia attualmente: semplicemente attualmente dell'energia che viene prodotta (moltissima) se ne riesce a assorbire talmente poca che l'energia necessaria per attivare la fusione è maggiore, con conseguente dispendio energetico. Con il solare il problema non è dissimile.

Attualmente sperare che sia possibile utilizzare il solare per "accendere il pianeta" vuol dire essere poco informati o in mala fede. Perchè in mala fede? Dov'è il guadagno? Cospirazione dei produttori di impianti solari? No, non amo le cospirazioni e non sosterrei mai questo come non credo alle "lobby dell'atomo" (e su questo potrei scrivere un post apparte).

Semplicemente rientra tutto nel DNA dei Verdi Italiani. In Europa (ad esempio in Germania) il partito Verde ha una storia molto rispettata e una politica molto chiara. Punta su questioni di grosso impatto effettivo. Incentivi seri sull'isolamento termico (che permette di risparmiare molta più energia di un pannello solare sul tetto di casa, e in Italia stanno venendo sponsorizzati da pochissimo e con pochi fondi e con pochissima pubblicità) , sulle macchine a basso consumo, ai comuni per la raccolta differenziata (la Germania viene pagata per ottenere parte della nostra spazzatura e rivende poi il prodotto riciclato), investimento nella ricerca.

In Italia si punta sulla politica ad effetto speciale, commettendo due errori logici fondamentali.

Il primo è quello che in America viene detto del EBNMB "Everywhere But Not in My Backyard" (Ovunque ma non nel mio giardino). Si vuole costruire una discarica? Da qualche parte bisogna costruirla, ma ovviamente nessuno la vuole vicino. In queste discussioni i Verdi sono sempre i primi a appoggiare la causa del comune che si è trovato "pescato", senza dare solitamente alternative plausibili (anche perchè non è che i posti vengono scelti per fare dispetto ai comuni. Se è stato scelto quel luogo significa che altri erano maggiormente dannosi).

Il secondo errore fatto è il supportare proposte non realizzabili contando sul fatto che tanto non si verrà mai chiamati a doverle applicare (a meno che i Verdi raggiungessero il governo da soli avranno sempre qualche alleato da accusare per la mancanza di effettive realizzazioni). Ne è un esempio appunto la gestione della politica energetica. Come può un partito Verde manifestare contemporaneamente contro le energie non rinnovabili e contro l'eolico che, come si vede dal grafico precedente, è insieme alle biomasse l'unica forma energetica in forte crescita che pesa un minimo sul bilancio energetico? Come si dovrebbe fare a raggiungere il previsto 20% di energie rinnovabili entro il 2010 se l'unica forma energetica rinnovabile ancora in espansione viene castrata dal solito EBNMB (i comuni non vogliono ovviamente rovinare il loro paesaggio con gli impianti eolici e sono pronti i gruppi Verdi ad appoggiarli), tanto che Greenpeace e Legambiente si sono schierate contro la politica dei Verdi Italiani attualmente al governo? Dire in quest'ottica: "Ci va bene solo il solare" vuol dire sapere che non si sarà mai sottoposti al giudizio della storia. Non ci sono attualmente i mezzi tecnici per produrre energia sufficiente dal sole. Essenzialmente l'energia solare è utile per servire comunità isolate risparmiando nel trasporto energetico vista la semplicità di installazione. In futuro sicuramente (se vogliamo mantenere il nostro stile di vita) il solare deve diventare prioritario. Ricerca (negli anni in Italia tutti i governi hanno diminuito i fondi, ma questo ha effettivamente stabilito il record di tagli) è la parola chiave per l'energia solare. Ma attualmente la tecnologia non ci permette ancora di usare il sole per produrre energia di massa in quantità tali da influenzare il bilancio energetico mondiale.

Si arriva quindi al referendum di venti anni fa, in cui è accaduto una cosa a dir poco disdicevole: dei gruppi politici hanno proposto un referendum a meno di un anno da Chernobyl (la raccolta delle firme è iniziata poco dopo). Non penso serva espandere l'argomento. Proporre al popolo una votazione all'indomani di un fatto tanto grave è gravemente populista. Mi ricorda molto l'atteggiamento del governo in questi giorni nella gestione degli extracomunitari: avviene un fatto di sangue orribile, e subito si varano leggi e si cambiano i piani di governo per venire in contro all'ondata di xenofobia, invece di portare avanti un progetto per cui sono stati votati.

All'epoca quel referendum ha chiuso (unico caso al mondo) centrali nucleari italiane (le scorie sono rimaste, solo l'energia è stata buttata) già in funzione. Centrali che non inquinano durante la produzione energetica sono state chiuse per venire incontro alla follia vendicativa del popolo aizzato dal disastro. Il popolo dei solari ha vinto sui nucleari come ci vuole far credere Scanio? No, abbiamo ricomprato dall'estero quell'energia, il solare non c'entra niente. Grazie Verdi.

PS: sono contrario alla ripresa del Nucleare in Italia (ma potrei cambiare idea, non ho letto bene i dati attuali e ho sentito pareri discordanti). Una scelta saggia vent'anni fa non lo è necessariamente ora. Attualmente è una tecnologia vecchia, il prezzo dell'uranio è in aumento (anche se influenza poco sul prezzo finale dell'energia) e ripartire ora col nucleare è tardi. Ma questo non vuol dire che si deve festeggiare per un referendum di vent'anni fa frutto di populismo e dannoso per l'economia e per l'ambiente italiani.

Magistratura, Informazione e Politica

A volte è interessante ricordare la costituzione per iniziare una discussione.

Articolo 101

La giustizia è amministrata in nome del popolo.

I giudici sono soggetti soltanto alla legge.

La Costituzione aiuta a ricordare alcuni dei concetti su cui è stata creata la nostra Repubblica. Non perché se così la pensavano nel '46 sicuramente è il miglior modo di governare, ci mancherebbe, il mondo evolve. Ma la Costituzione è un corpus di articoli sviluppato seguendo un criterio di base di divisione dei poteri evoluzione moderna di quel che aveva pensato Montesquie due secoli prima. O si rivoluziona completamente o, la modifica di un articolo arbitrario può portare facilmente alle condizioni adatte al colpo di stato, palese o meno.

La Giustizia e l'Informazione, terzo e quarto potere, devono essere autonomi dai primi due e forniscono le garanzie della loro onestà. Sono i controlli indipendenti aggiunti alla Costituzione per assicurarsi che la sovranità rimanga sempre al popolo. In Italia questo non succede, l'informazione è in mano alla politica. Quest'estate durante una conferenza provavo a spiegarlo a degli amici Coreani. Mi chiedevano, ridendo, se davvero in Italia le tre reti nazionali erano divise tra i partiti. Pensavano fosse un'esagerazione dello stereotipo, come se mangiassimo pizza tutti i giorni suonando il mandolino. Quando gli ho spiegato che quella era la situazione della prima repubblica e ora è molto peggio con la discesa in campo politico del proprietario del maggior polo televisivo privato, non capivano perchè nessuno gridava al colpo di stato.

Il controllo sull'Informazione ha permesso di far passare senza polemiche il controllo assunto sulla Giustizia. Come in un gioco del domino, più il colpo di stato va avanti più è difficile fermarlo. Sempre più tasselli pesano sul prossimo obbiettivo.

Riassumo i fatti brevemente come solito.
  • De Magistris indaga sull'inchiesta "Why Not", legata a flussi di denaro in Calabria per appalti pubblici coinvogliati a vario titolo a una finanziaria San Marinese apparentemente legata ad una associazione segreta forse di stampo massonico. Tra gli indagati Antonio Saladino e Piero Scarpellini. Indaga inoltre sulle "Toghe Lucane", fenomeni di corruzione interne alla magistratura Calabra.
  • Fughe di notizie interne portano tale inchieste ai giornali.
  • Le stesse "Toghe Lucane" protagoniste dell'inchiesta muovono molte critiche all'operato di De Magistris e effettuano controlli quasi quotidiani sull'attività del Magistrato. Viene aperto su di lui, d'ufficio, un provvedimento disciplinare (che non porta a nulla).
  • Il Guardasigilli Clemente Mastella manda varie commissioni a indagare sull'operato del Magistrato, motivando con il provvedimento di cui sopra, il suo interessamento.
  • Il Guardasigilli chiede l'allontanamento del Magistrato dalla procura di Catanzaro, titolare per quelle indagini, nonchè del procuratore capo di Catanzaro Mariano Lombardi che l'aveva appoggiato. Scoppia il caso. La sentenza del CSM è fissata per l'8 ottobre.
  • Inizia la macchina mediatica. La trasmissione "Annozero" viene attaccata fortemente sia da Prodi sia da Mastella. Entrambi premettono i loro commenti con un "Anche se non ho visto la trasmissione...". Titoli del Corriere di quei giorni, 5 ottobre: Prodi: «Annozero? Puntata poco seria e professionale» Mastella: «Contro di me un linciaggio» Il Guardasigilli: «Pronti a sfiduciare il Cda della Rai». Nuove accuse a De Magistris. Nessuno (pochi) fa notare come sia in corso l'attacco di un magistrato da parte dell'esecutivo per via di indagini legate a membri dello stesso esecutivo (Prodi è già tra gli indagati).
  • L'8 ottobre il CSM si esprime in modo negativo sulla richiesta di trasferimento d'emergenza presentata del Guardasigilli. Proseguono le indagini (che non porteranno a nulla) sul magistrato a cui è permesso di continuare a indagare nel frattempo sino al processo definitivo il 17 dicembre.
  • 14 ottobre. Mastella viene aggiunto al registro degli indagati per l'inchiesta Why Not.
  • 20 ottobre. L'inchiesta viene tolta a De Magistris per via dell'evidente situazione di conflitto nel dover indagare su chi lo ha pubblicamente insultato e osteggiato.
Per cosa è stato indagato Mastella? Per via di numerosi contatti telefonici intercettati tra lui (che ricordiamo era tra i principali sostenitori di un rapido freno alle intercettazioni nonchè di un disegno di legge per evitarle) e Saladino, il principale indagato. Mastella si dichiara estraneo ai fatti criminosi.

Il fatto assurdo è che, in questo caso, la presenza o meno di fatti criminosi è secondaria. Se sia o meno colpevole dei fatti in questione, è un di più, una colpa ulteriore e volendo trascurabile. Non bisogna aspettare il giudizio della corte e la fine delle indagini (se a questo punto mai continueranno) per dire che Mastella ha chiesto lo spostamento di un magistrato che si occupava di indagini su un suo amico, Antonio Saladino che, nelle intercettazioni, lui chiama affettuosamente «Tonì». Questo è provato e palese. Che Mastella e Saladino siano amici è presente nelle intercettazioni. Che Mastella abbia tentato in più modi di rimuovere De Magistris che indagava sul suo amico Saladino non è in discussione. E, anche se per ora sembra che di irregolare nelle indagini di De Magistris non ci sia niente, ha ottenuto il suo scopo.

Altro obbiettivo raggiunto e' stato inoltre ufficializzare l'editto: "Se qualcuno indaga su qualcosa che non ci piace, lo possiamo sbattere fuori dall'inchiesta e frenarne la carriera: l'informazione ne parlerà solo in modo confuso". Il successore di De Magistris proseguirà l'inchiesta? Se l'inchiesta non portasse a nulla, potrei io essere convinto che si sia trattato effettivamente di un falso allarme e non che il magistrato scelto per sostituire De Magistris non fosse accondiscente?

Spesso viene citato l'assurdo algoritmo per cui la politica risponde agli attacchi della magistratura faziosa. Non sono attacchi, ma difese insomma. Non viene però ricordato che per la magistratura attaccare la politica è un ruolo costituzionale. Viceversa, se la politica attacca (o risponde agli attacchi) la magistratura è un colpo di stato. Ci sono altri organi che sono adibiti a quello scopo, in particolare il CSM presieduto dal Presidente della Repubblica.

Si è all'assurdo per cui la par condicio significhi dare a tutte le ipotesi lo stesso peso, a prescindere dai fatti e dalle colpe. Elencare i fatti e giungere a conclusioni, esporre per esteso le sentenze non può essere equiparato ai pareri delle varie forze politiche. Ci sono fatti e ci sono opinioni. Non vi è par condicio tra il dimostrato e il dimostrabile così come non c'è tra il vero e il falso.

PS: in America un parlamentare anche solo sospettato di qualcosa sceglie subito il giudice notoriamente più schierato per l'altra fazione politica (per evitare ogni ombra), lascia tutti gli incarichi, e cerca di accelerare il più possibile le indagini. Se non lo fa lui, lo costringono a farlo i suoi compagni di partito per evitare scandali che condannerebbero (e hanno condannato in passato) la sua parte politica.
In Italia, se uno decide di non votare Prodi per via di ombre rimaste su di lui dovute a questa inchiesta cosa fa, vota Berlusconi per premiare la trasparenza? Non metto neanche la faccina che ride, c'è pochissimo da ridere.

V-Day 2

Visto che non scrivevo da un po', aggiungo questo post per monitorare le successive evoluzioni del fenomeno. Sulla carta stampata il fenomeno è esploso. Il numero di articoli e commenti televisivi ha subito un'evoluzione curiosa. Solitamente un evento presenta una curva di interesse con un massimo intorno alla data. Se ne parla sempre più, poi avviene l'evento e man mano l'attenzione scema.

Per il V-Day l'attenzione mostratagli è stata davvero curiosa. Il 7 settembre, la vigilia, molte persone non sapevano ci sarebbe stato. Il numero di articoli sull'argomento era ridicolmente basso, si trovava sulla pagina locale tra gli eventi del week-end. Trafiletti a pagina dodici.
La sera un breve annuncio (errato, cita solo due dei punti, dimenticando l'elezione diretta dei candidati). Il giorno dopo, il TG1 ne parla per ventinove secondi, di cui gli ultimi dieci per spiegare le opinioni di Bersani e Casini sulla questione.

Poi, man mano, succede qualcosa. Il fenomeno fa audience. E quando c'è audience i giornalisti ne parlano. Ma come ne parlano? L'errore logico è quello che aveva compiuto Scalfari nel suo primo editoriale. Fomentare la rabbia porta a dittature e terrorismo. Quanto questo ragionamento sia sbagliato è palese. Immaginiamo un popolo mal governato che ha fame. Scoppia una rivoluzione. La colpa è di chi ha detto basta e ha guidato la rivolta o dei governanti sordi che hanno tentato di tenere il popolo alla fame? La fame di giustizia è forse meno importante? Se le parole di Grillo spingessero qualcuno al terrorismo o alla rivoluzione (e non è il caso), la colpa sarebbe di Grillo o di una situazione insostenibile?

E soprattutto, i commenti giornalistici che tentano di deligittimare un atto democratico per ghettizzarlo e espellerlo dal cammino istituzionale (allo scopo di evitare che abbia consensi tra l'elettorato moderato) sopiscono o alimentano la rabbia di chi, per sua indole psichica, potrebbe effettivamente compiere un gesto scellerato?

Per divertimento, questo video è abbastanza interessante, seppure in parte eccessivo, qualche esempio di informazione più corretta c'è stato. Ma chi ha fatto quel video non è un professionista e non viene pagato dallo stato per informare.

V-Day

Ora che gli animi si sono un po' calmati, è giusto parlare del V-Day.

Non è stata una bella manifestazione. Anzi, era gretta nei modi e populista nei termini, come molte cose che fa Grillo, pronto a cavalcare qualsiasi battaglia e qualsiasi problematica gli venga proposta senza essersi prima assicurato che il problema sia reale. Dal signoraggio agli inceneritori, dalle scie chimiche alla TAV, si getta lancia in resta sparando le sue battute come fossero verità dimostrabili e dimostrate.

Anche sul caso specifico, sulle proposte di legge fatte, c'è poi da ridire. Sull'argomento (come su molte cose) trovo condivisibili alcune cose scritte da Daniele Luttazzi: sono leggi quantomeno opinabili. Non si può ammettere che l'uomo non possa cambiare, negare una seconda possibilità a qualcuno perchè magari a vent'anni aveva fatto una stupidaggine. O chi si macchia di reati per protestare. O, come Grillo stesso, per guida pericolosa. In alcuni casi non c'è correlazione tra il reato e la possibilità che il candidato sia un buon politico. In molti sì, ma una legge? Non dovrebbe bastare il buon senso degli elettori? Stesso discorso per le due candidature. Non dovrebbe essere necessaria una legge, molti partiti già lo fanno e nei singoli casi dovrebbe bastare il giudizio degli elettori.

Nonostante questo io ho firmato. A volte anche leggi ingiuste servono. Servono per rompere situazioni troppo statiche e inattaccabili. Se nel paese non ci fosse il monopolio partitico dell'informazione e l'attuale legge elettorale che blocca la scelta dei candidati, probabilmente non ce ne sarebbe bisogno; ma in un paese in cui il potere decisionale dell'elettore sovrano è castrato e le segreterie di partito possono mettere in parlamento chi preferiscono senza timore di scandali, allora ben vengano leggi ingiuste. Faccio l'esempio delle quote rosa. Sono ingiuste e anticostituzionali, ma servono nel momento specifico per permettere di rompere l'attuale egemonia maschile alla testa dei partiti.

La vera notizia comunque non è stata il V-Day. Non sono state le trecentomila persone che hanno firmato. Il fatto è che per queste trecentomila persone, manifestazione di una realtà arrabbiata e di un disagio contro il mondo della politica, il V-Day (che poteva essere una valvola di sfogo) è diventata un'ulteriore causa di risentimento. Perchè i politici non hanno commentato, non hanno ascoltato. Hanno attaccato nel modo più violento, cioè oscurando del tutto la manifestazione.

Quando ci fù il Family Day, manifestazione a cui andarono circa cinquecentomila persone, non si parlò d'altro per il mese prima e per il mese dopo. La parallela manifestazione sul "coraggio laico", a cui non andarono neppure diecimila persone, ebbe poco meno seguito giornalistico. Il V-Day è stato cancellato completamente. Prima della manifestazione il vuoto assoluto. Nessuno doveva sapere (e non voglio sbilanciarmi sui numeri possibili di presenti nel caso in cui la notizia fosse andata ai telegiornali). Ma è stato il 9 settembre che la manipolazione dell'informazione è stata più eclatante. Dei primi 16 titoli che escono su Google News, 9 sono sul commento di Casini: "Una vergogna l'attacco a Biagi". Nessun giornalista che scrive "Chissà dove Casini abbia visto (senza essere lì) un attacco a Biagi (o un discorso su Biagi) che non c'è mai stato". Nessuno che gli fa comunque notare che un'eventuale discussione sulla legge intitolata a Biagi (che comunque non c'e' stata) non è un attacco all'uomo Biagi ma alla legge che porta il suo nome, e che è stata scritta dopo la sua morte e a lui intitolata proprio per raccogliere compassione e distogliere le critiche alla legge.

A tutt'oggi non ho letto nessun commento di un editorialista (nota 1) alle leggi proposte, nè positivo nè negativo. Ho letto solo, spacciata per notizia, la solita trafila di commenti dei vari politici. Perchè mi dovrebbe interessare quello che Bertinotti pensa del V-Day? Se lo voglio sapere mi vado a vedere il sito di Bertinotti. O vado ad una sua conferenza. O guardo una pagina di tribuna politica, che potrebbe essere ad esempio posta subito dopo la notizia vera e propria. Ci sono gli spazi adatti per conoscere le opinioni dei politici, ma l'informazione è un'altra cosa, e dovrebbe essere slegata dai commenti dei politici. Portare numeri e fatti. Ad esempio citare che in effetti all'interno del parlamento italiano c'è il maggior numero di parlamentari pregiudicati del mondo occidentale. Spiegarci in quali paesi della zona Euro il limite a due candidature è già stato sperimentato e con quali risultati. Quali sono i problemi tecnici delle elezioni dirette del candidato. Informazione insomma.

Devo dire che, nel caso specifico del V-Day, evento che ho visto sia dal vivo sia sugli schermi televisivi, mi sono finalmente reso conto della gravità della situazione dell'informazione Italiana. Le ONG di verifica internazionale ci hanno considerato dal 2004 al 2006 una nazione a libertà di informazione parziale, unica nazione occidentale, per via del noto conflitto di interessi. Nel 2007 ci hanno riammesso tra i paesi in cui c'è libertà di informazione, ma solo perchè ora la cosa è meno palese. Se si facesse leggere ai ragazzi di Freedom House quest'articolo, che noi leggiamo senza meraviglia, su come la dirigenza Rai viene decisa non penso che manterrebbero il loro giudizio.

1: In questo clima apprezzo Scalfari, bistrattato dai Grillini vari ed eventuali, che ha scritto un editoriale sull'argomento. Un editoriale contro, ma ne parla, si espone. Non apprezzo il suo degradare il movimento nella sua storia prima di parlare sulle idee: è un modo di esporre il proprio pensiero fazioso in quanto si basa su fatti non correlati per dare al lettore una impostazione mentale negativa quando si leggeranno poi i fatti e le idee del movimento. Ma almeno discute e non tenta di affossare nel nulla la cosa. Certo, poteva scrivere un articolo su Repubblica anche prima dell'evento, invece di rispondere alla chiamata al silenzio...

Primarie del Partito Democratico

Normalmente preferisco parlare di fatti passati. Volevo quindi aspettare il 14 ottobre per commentare sull'argomento ma nel frattempo esprimo un giudizio di mezzo termine, il giorno dell'apertura ufficiale della campagna. Il giudizio in fondo, per ora i fatti: breve cronistoria fino ad oggi, potete anche saltarla. Serve solo per avere una base comune.

2003: l'idea lanciata da Michele Salvati (DS) di formare un partito unitario di centro-sinistra viene ripresa da Romano Prodi.
2004: nasce la lista elettorale Uniti nell'Ulivo per le elezioni europee. Comprende DS, Margherita, SDI e Repubblicani Europei, partito sorto dalla scissione delle parti più riformatrici dal PRI quando questo si alleò con la CdL. Italia dei Valori, chiamata da Prodi a partecipare, si scontra con il veto dei socialisti dello SDI e viene esclusa.
2005: Elezioni regionali. Vittoria del centro sinistra che scende in campo questa volta come coalizione di partiti chiamata L'Unione. Ne fanno parte DS, Margherita, PRC, SDI, Verdi, Udeur, PCI, IdV e MRE. La sconfitta causa nella CdL una crisi di governo che da luogo al terzo governo Berlusconi.
Aprile 2006: Elezioni politiche. All'interno dell'Unione, le prove di Partito Democratico si scontrano contro gli apparati. Alla camera Margherita, DS e MRE corrono insieme come Uniti nell'Ulivo (lo SDI nel frattempo è uscito definitivamente dal processo di formazione del nuovo partito), ma non riescono a proporre una lista comune per il senato, per cui alla fine alla camera alta corrono divisi. Anche per questo motivo i voti al senato risultano inferiori a quelli alla camera e la vittoria dell'Unione viene smorzata dalla sostanziale parità ottenuta dalle due coalizioni a Palazzo Madama.
Ottobre 2006: si svolge a Orvieto un seminario in cui Margherita, DS e MRE definiscono le linee guida per il processo di formazione del PD.
Dicembre 2006: viene pubblicato (scritto a più mani) il Manifesto per il Partito Democratico.
Aprile 2007: in contemporanea i congressi di Margherita e DS annunciano lo scioglimento dei partiti per confluire nel PD. Nei DS si oppongono per motivi in parte diversi Fabio Mussi e il suo "correntone" (rappresentante di circa il 25% dei voti interni ai DS) e Gavino Angius. Entrambi decidono di iniziare a elaborare un partito a sinistra del PD. Critica la mancata collocazione del PD nel PSE. Nella Margherita le uniche opposizione vengono da Arturo Parisi e Willer Bordon, che vorrebbero uno scioglimento delle correnti interne alla Margherita, e da Gerardo Bianco che lascia il partito.
Maggio 2007: nasce il comitato 14 ottobre per le primarie del PD. A fine mese vengono scritte le regole per le candidature.
Giugno-Luglio 2007: viene scelto Walter Veltroni (DS) come candidato ufficiale per la corsa alle prossime elezioni politiche, in ticket con Dario Franceschini (Margherita). In virtù di questo si candidano (sempre in ticket) alla segreteria del PD. A seguire si candida anche Rosy Bindi (Margherita) e poi Enrico Letta (Margherita), inizialmente in ticket con Pier Luigi Bersani (DS) che poi ritira il suo appoggio. Questi sono i tre candidati "ufficiali", sponsorizzati dalle segreterie e con apparati alle spalle.
Vi sono poi due candidati politici esterni, Antonio Di Pietro e Marco Pannella, che vengono però esclusi dalla commissione tecnica in base alla loro appartenenza a partiti esterni al PD e Furio Colombo, giornalista dell'Unità che viene escluso perchè le firme consegnate sono state copie via fax e non originali.
A questi si aggiungono gli outsider Mario Adinolfi, Jacopo Gavazzoli Schiettini e Pier Giorgio Gawroski, oltre a Enrico Andreoni, Lucio Cangini e Amerigo Rutiliani che però non riescono a raccogliere le firme necessarie.
Nel frattempo il MRE, partito fondatore sin dall'inizio, lascia il progetto perchè ritiene che il PD si sia rivelato semplicemente la somma dei due apparati di DS e Margherita.

Questi sono i fatti (penso sia importanti dividerli nettamente dalle analisi soggettive).
Dovendo dare un giudizio, mi viene in mente delusione. Non perchè volessi (o non volessi) votare il nuovo soggetto, ma perchè comunque il PD è un tassello del nuovo mosaico della politica dopo il periodo transitorio (durato più di dieci anni) della Seconda Repubblica. Sinistra, PD, Grande Centro (è di oggi la notizia dell'accordo tra Mastella e Casini, con un target ideale del 10%, anche se si sapeva già da molto tempo). A destra è ancora un po' confuso, ma è questione di tempo e si adatteranno, come si è visto le elezioni danno ragione ai partiti unici. Come in tutti gli arazzi, la qualità di un filo influenza tutta la trama. Se in una competizione i miei avversari corrono forte, vengo spronato anche io a correre di più. Per questo speravo in un Partito Democratico forte e innovativo che superasse i partiti e fosse di ispirazione al resto della politica per uscire da questo che penso sia uno dei momenti più bassi della democrazia Italiana.

Invece le regole (a partire dall'esclusione di Colombo per le firme via Fax) sono state scritte appositamente per ingessare gli apparati e evitare sorprese. Come può un cittadino senza un apparato politico raccogliere 2000 firme da 5 regioni diverse in 48 ore? Questo apre una seconda domanda: perché è necessario avere un apparato politico alle spalle per candidarsi alle primarie di un partito? Il Partito Democratico made in USA spesso chiamato in causa come ispirazione ideale non richiede niente se non l'adesione al manifesto per candidarsi. Ma questo sarebbe decisamente improponibile per le segreterie Italiane.

Ma ancora più eclatante è stato il caso Di Pietro-Pannella. Furio Colombo, amareggiato per la sua esclusione forzata, scrive un articolo molto esplicito sull'argomento in cui afferma che l'esclusione di Di Pietro e Pannella è stata politica e non tecnica, nonostante a escluderli sia stata una commissione tecnica. Fa maggiormente specie il fatto che le motivazioni dell'esclusioni erano state suggerite da Walter Veltroni. Ma Walter non è (ancora) il segretario, è un candidato. Che senso ha un candidato che suggerisce ad una commissione tecnica di non accettare le candidature di suoi oppositori? Si può opporre a tutto questo: ma c'è un regolamento che parla chiaro. La commissione tecnica ha detto che in virtù degli articoli 1,2 e 7,4 non possono partecipare, in quanto "Appartenenti a partiti nazionali". E questo è il punto forse più interessante della vicenda. Tutti i giornali hanno riportato la notizia esattamente così. Ma pochissimi hanno riportato chiaramente (e nessuno in grande evidenza) il testo dei due articoli, che parlano fondamentalmente di altro! L'articolo 1,2 in particolare parla del fatto che il candidato deve essere italiano o comunitario e avere più di 14 anni. Il 7,4 è più inerente, ma ancora non vieta a Di Pietro di candidarsi, forse maggiormente a Pannella. In particolare esclude la candidatura "di persone notoriamente appartenenti a forze politiche o ad ispirazioni ideali non riconducibili al progetto dell’Ulivo-Partito Democratico". Sia nello spirito sia nella lettera il testo è chiaro. Se fai parte di un partito che non ha niente a che vedere, non puoi partecipare. Per esempio Fini non potrebbe candidarsi a segretario. Sensato. Dire però che IdV non sia riconducibile al progetto Ulivo-Partito Democratico sembra quantomeno azzardato. Di Pietro è stato tra i fondatori del partito "I Democratici", insieme a Romano Prodi, nel 2000. E non entrò in "Uniti nell'Ulivo" per via del veto dello SDI, nonostante il parere positivo di Di Pietro e la richiesta esplicita di Prodi. Aggiungo infine l'ultima argomentazione portata solitamente dai giornalisti filo-PD: Italia dei Valori non si è ancora sciolta. Vero. Ma neanche DS e Margherita si sono sciolti, hanno solo annunciato che lo faranno, come aveva fatto pure Di Pietro, anche se magari in forma meno sensazionalista e con meno anticipo (ma da nessuna parte nel regolamento si richiede di organizzare spettacoli televisivi per affermare l'ovvio). Che quindi la commissione tecnica non potesse ammetterlo è ridicolo. A volere essere molto buoni possiamo dire che hanno scelto di applicare il regolamento in modo molto duro. Se invece preferiamo una linea più realistica possiamo dire che si sono inventati una motivazione tecnica per escludere Di Pietro. In entrambi i casi c'è alla base una scelta politica nell'escluderlo.

La cosa che fa più male è la sudditanza dei giornali (specie quelli di partito ovviamente, che finanziamo con i soldi delle tasse). Sull'Unità Antonio Padellaro, successore dello stesso Colombo alla guida del giornale, scrive un editoriale delirante che non necessita di un Blogger qualsiasi per essere smentito. Si chiede perché Di Pietro si sia candidato. Aggiungo a questa domanda anche: perché è stato escluso? La risposta forse è la stessa.

Forse non tutti sanno che queste elezioni primarie non servono solo per eleggere il segretario. Assegnano anche i posti in consiglio, i voti a disposizione per decidere le future linee di partito. Potere insomma non solo per chi vince, ma anche per chi gli sta alle spalle. Quando Rutelli dice "Appoggio Veltroni" vuole dire "Se vince Veltroni io mi prendo una sedia al consiglio". Queste primarie servono per distribuire queste sedie alle varie correnti. Veltroni-Franceschini rappresentano la classe dirigente attuale, poi c'e' Letta che rappresenta i dirigenti più giovani e spinge per un ricambio generazionale. Infine Bindi rappresenta i popolari. Parisi, Castagnetti. La corrente Prodiana. Non solo l'anima teodem come potrebbe far pensare il curriculum del personaggio, che da bambina giocava a dire la messa.

Risulta quindi evidente che anche se, come dice Padellaro, Di Pietro non poteva vincere (e questo discorso vale allora per tutti i candidati tolto Veltroni... sono candidature di disturbo anche le loro?) la sua candidatura poteva togliere sedie a altri. Sedie che all'interno dei due apparati sono già state assegnate duramente. Notare ad esempio che i tre candidati reali hanno rappresentanze miste DL e DS e che quindi queste primarie non dovrebbero influenzare pesantemente le dosi di DL e DS già decise all'interno del consiglio. In pratica è solo l'ennesima vuota verbalizzazione di un progetto già deciso dagli apparati. Servirà al massimo come sondaggio di opinioni all'interno dell'elettorato (per cui oltretutto l'intervistato deve pure pagare) per vedere quanto l'elettorato è sensibile a determinati temi (come ad esempio lo svecchiamento della classe dirigente).

Si può aggiungere molto. Dalla scelta della data (su cui si potrebbe scrivere un post apposito) alle varie polemiche sui diversi aiuti dati dai partiti ai vari candidati. Ma il post è già lunghissimo e non mi sembra il caso di aprire altri capoversi. Finisco così. Per ora sono amareggiato. La logica di partito è ancora decisamente dominante sulla politica. Non vedo inoltre motivo per andare a votare le primarie, a meno che non si voglia finanziare il Partito (per motivi a me ignoti, ma la gente fa le cose più strane).

PS: Che dietro le diverse liste ci siano interessi di potere e non differenze di idee politiche si può anche immaginare, ma comunque è interessante rendersene conto leggendo articoli come questo in cui Claudio Cosmaro spiega sul sito delle primarie quante liste conviene fare per favorire la propria corrente e il proprio candidato. Fa sorridere il fatto che non ci siano riferimenti di nessun tipo a considerazioni politiche nello scegliere il numero di liste.

Sentenze

Solo una postilla. Personalmente ho deciso, come ho già scritto, di fidarmi delle sentenze. Mi fido delle sentenze perchè a qualcosa si deve pur credere, e il processo è comunque la forma di analisi della verità più controllata e protetta da infiltrazioni. Ma anche le sentenze vanno lette a fondo. Non i singoli passi o libere interpretazioni che riportano questo o quel giornalista. Nei limiti del ragionevole e del tempo disponibile, bisogna leggerne il più possibile. Perchè il risultato del processo non significa niente, se mi devo fare un'idea della statura morale di una persona.

Paolo Borsellino aveva parlato sull'argomento pochi anni prima di essere ucciso.

Alle sue parole aggiungo solo che oltre ai crimini non "rilevati" o non provati dalla magistratura, ci sono anche i fatti che vengono fuori dal processo che non costituiscono reato ma vanno comunque contro il mio senso della morale e quindi influenzano la percezione che ho di quella persona. E viceversa, ci sono fatti che costituiscono reato ma non inficiano la mia opinione sul condannato.

Il risultato del processo Austriaco a Mazzini era indubbiamente esatto nel definirlo colpevole di organizzazione di bande armate a scopi rivoluzionari, ma questo non inficia la mia opinione di Mazzini. Viceversa un processo che testimonia che X è amico di Y, che non è reato chiunque siano X e Y, può mutare drasticamente il mio giudizio su entrambi. Un conto sono i fatti che vengono evidenziati dal dibattimento, un conto è il giudizio di questi che il giudice dà attraverso la griglia (oggettiva) della legge italiana e io attraverso una mia griglia (soggettiva) morale di riferimento.

Anno Domini 1992: Premesse Storiche

Quest'anno è per me il perno della storia d'Italia contemporanea. La storia nazionale degli anni precedenti era una preparazione a quegli avvenimenti, montata anche dai grandi cambiamenti della situazione mondiale di quegli anni; la storia successiva, sino ad oggi, può essere vista come una serie di assestamenti tra i gruppi di potere dopo quella scossa. Premetto una breve cronologia per chi non avesse capito di cosa parlo.

30/1/1992: La Corte di Cassazione conferma la condanna del Maxiprocesso per Mafia, istituito nell'1989 da Falcone e Borsellino.
17/2/1992 : Antonio Di Pietro chiede al Gip la cattura di Mario Chiesa (PSI). Inizia Mani Pulite.
12/3/1992: Salvo Lima (DC) politico vicino ad Andreotti viene ucciso a Palermo. Nonostante non avesse mai subito processi, era considerato da molti come uomo vicino alla Mafia.
6/4/1992: Elezioni politiche. DC e PSI perdono copiosamente voti, ma l'opposizione è frammentata. Sono le prime elezioni in cui non c'è il Partito Comunista Italiano, disciolto nel 1991 e smembrato tra Partito della Rifondazione Comunista e Partito Democratico della Sinistra. La Lega (che corre da sola) prende il 9%. Alla fine il quadripartito riesce a mantenere una maggioranza risicatissima. Sono elezioni molto particolari, le ultime della Prima Repubblica. Cossiga si dimette da Presidente della Repubblica prima di offrire l'incarico al nuovo Presidente del Consiglio. La politica è paralizzata sino a quando non riuscirà a eleggere un nuovo Presidente della Repubblica, ma le votazioni sono un susseguirsi di fumate nere.
23/5/1992: Sull'autostrada Palermo-Punta Raisi, svincolo per Capaci, un attentato al tritolo uccide il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e la sua scorta: Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo. L'attentato verrà rivendicato dalla Falange Armata, un gruppo composto da mafia e servizi segreti deviati.
25/5/1992: Oscar Luigi Scalfaro, sotto la pressione dell'attentato mafioso, viene finalmente eletto Presidente della Repubblica. E' l'elezione più lunga della storia della Repubblica. Da lì a un mese Giuliano Amato (PSI) viene incaricato di formare il governo.
19/7/1992: In Via D'Amelio un'autobomba uccide il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cusina, Claudio Traina e Vincenzo Limuli. Anche questa volta l'attentato viene rivendicato dalla Falange Armata.
15/12/1992: Primo avviso di garanzia a Bettino Craxi per corruzione, ricettazione e violazione del finanziamento pubblico ai partiti. E' la fine della Prima Repubblica.

A cosa fu dovuto questo smottamento sismico che portò alla crisi politica degli anni successivi? Molti macrogruppi di potere si scontravano, sia dentro le istituzioni sia al di fuori. Il 3/7 Borsellino aveva spiegato in un articolo sulla Gazzetta del Mezzogiorno che Riina e Provenzano erano ai ferri corti e si stava mettendo in dubbio il controllo su Cosa Nostra. Parlamento e Magistratura avevano aperto la lunga stagione di contrasto: il ministro della giustizia Claudio Martelli, ex-compagno di classe di Craxi e numero tre del PSI si esprime in un lungo panegirico sulla politica possibile cercando di ridimensionare Mani Pulite. Verrà poi indagato per corruzione. Il capitano del Ros Beppe De Donno aveva incontrato in quegli stessi giorni Vito Ciancimino, ex-sindaco mafioso di Palermo, e da lì secondo alcuni sono nate le prime trattative "ufficiali" tra Stato e Mafia per risolvere (o perpetrare?) la strategia stragista. Tanto che all'indomani dell'introduzione del 41 bis, il regime di carcere duro per i reati di mafia istituito dopo l'omicidio Falcone, un anonimo spiega alla redazione Ansa di Palermo che "certe cose non sono state rispettate".

Ma le spaccature erano anche trasversali alle singole istituzioni. Nella Procura di Palermo Falcone e Borsellino soffrono entrambi nei rapporti con il loro capo, Pietro Giammanco, che insabbia le loro inchieste. Verrà rimosso dalla procura dopo la morte di Borsellino, ma promosso ad un incarico più prestigioso. Bruno Contrada, alto ufficiale del Sisde, si scontra con Gianni De Gennaro, futuro capo della Polizia recentemente destituito. Contrada, che negli anni '80 era una leggenda della lotta antimafia, nel natale 1992 finirà in carcere per associazione mafiosa, De Gennaro scalerà la vetta della Polizia di Stato. E centinaia di altri esempi di gruppi di potere ramificati in tutte le istituzioni.

Perchè parlo di gruppi di potere trasversali? Perchè quando leggo un articolo a favore di Bruno Contrada so che lo scrittore è un Forza Italiota, tipicamente uno Jannuzzi. Se leggo un testo di Travaglio so invece che sarà convinto o comunque ben disposto sulla colpevolezza di Contrada. Perchè tutte queste storie si legano. Dal conflitto De Gennaro-Contrada si passa alla Dia, ai Pentiti, al Processo Berlusconi, a Violante e Di Pietro, ai famosi "sconti" ipotizzati al PCI o ad Amato e via dicendo per tutta la successiva vita della Seconda Repubblica. E in ogni questione ammettere che su un punto possano avere ragione gli altri può dargli ragione su altri nodi nella turpe spirale (il)logica della fallacia ad Hominem.

Da questo sono scaturiti i fatti del 1992. Ancora è presto per dirla storia e analizzarla con freddezza, perche' quasi tutti i politici di oggi sono quelli di allora. Su ogni singolo fatto si può ragionare liberamente e dare le proprie interpretazioni. Ma è importante evitare di analizzare la storia e l'inchiesta tramite la politica, farsi idee proprie. Si deve decidere un metodo, un criterio personale, perchè se ogni giornalista ricostruisce ipotesi diverse non si può chiedere al singolo individuo di informarsi e/o svolgere inchieste personali per sapere la verità. Io ho deciso di fidarmi dei processi, almeno quando non ho tempo per leggermi bene tutta l'inchiesta. Alla fine di due gradi di giudizio, oltre al GIP e al GUP, se non altro ho un certo filtro statistico su quello che passa. Ma anche in questo campo, come nella politica, non si può subappaltare le proprie impressioni a un giornalista o a un altro singolo ente, bisogna essere autocritici nel momento in cui ci si rende conto che quello che pensi vero non è frutto di un'analisi del fatto ma solo del parere di altri.

Politica 101: Di cosa voglio parlare

Sul termine politica in Italia c'è una certa confusione. Per molte persone parlare di politica significa parlare di uomini politici o di partiti. Senza scomodare l'ovvia etimologia greca della parola, la Politica nell'accezione "da vocabolario" è L'Arte di governare le società. E solo di questo si parlerà. Non mi interessa minimamente se è più simpatico Prodi o Berlusconi, o chi dei due bisognerebbe votare.

Purtroppo questo spesso causa la fine di ogni discussione. Se non si può parlare di politica allo stesso modo in cui si tifa per una squadra di calcio, tipicamente si cambia argomento. Per molti essere interessati alla politica vuol dire avere chiaro chi votare alle prossime elezioni. Questo è chiaramente assurdo, e non ci sarebbe neanche bisogno di parlarne con qualcuno abbastanza saggio da leggere questo post.

Un tifoso di una squadra di calcio rimane della stessa squadra tutta la vita (solitamente) e se cambia vien visto come un traditore. Il tifo è irrazionale e influenza la percezione della realtà: tutte le azioni sono più giuste e corrette se fatte dalla propria squadra. Molte persone vedono allo stesso modo la politica e guardano i fatti distorti dalla lente del partito. Chi si interessa realmente di politica non può subappaltare le proprie decisioni ad un partito.

Non voglio quindi vedere "tifo" nelle eventuali discussioni, e tenterò di non farne io stesso. Ovviamente questo non vuol dire non poter commentare questo o quel fatto di cronaca, ma cercando sempre di rimanere neutrali. Tentare un confronto di idee e non di persone. L'importante è il contenuto, non il contenitore; non è importante chi parla, ma cosa dice.

Perchè Talking Heads

Di utenti parlanti nel panorama Blog/Social Network non c'è carenza, anzi. Mi è sempre sembrato eccessivamente egocentrico immaginare che qualcuno possa essere interessato a quello che io abbia da dire. Fortunatamente sono sufficientemente egocentrico da pensarlo, e da qui nasce il Blog.

Cercando di mettere un freno alle mie manie di grandezza, mi sono dato due o tre punti fermi:

1) Parlare solo di cose di pubblico interesse. In particolare di storia italiana e politica. O meglio, quello che io considero politica. Perche' solo quello che io considero politica? Vedere il primo capoverso sul mio egocentrismo
2) Ho aggiunto quel plurale "Heads". Non è solo un gesto vuoto causato dal fatto che "Talking Head" era già preso. Il blog nasce per far nascere un dialogo, anche perchè in questo momento preferisco fare domande a dare risposte
3) Evitare stupidi elenchi numerati che rendono più geometrico il pensiero e fanno apparire intelligente anche ciò che non lo è; fa eccezione questo, e tutti i numerosi altri che non mi sarà possibile evitare

Evabbè, questi sono i propositi, poi vediamo cosa succede.